Dati e AI per una sanità più inclusiva: il caso della Hippo AI Foundation
Nel contesto dell'innovazione tecnologica in ambito medico, sempre più professionisti stanno esplorando le potenzialità dell'intelligenza artificiale e dei dati per migliorare la qualità delle cure e rendere la sanità più accessibile. Secondo la visione di Bart de Witte, fondatore di Hippo AI Foundation, una non-profit con sede a Berlino, è necessario rendere l’AI in medicina un bene della comunità, promuovendo l'inclusione e l'open source.
De Witte crede fermamente che i dati e l'AI possano rivoluzionare la sanità, ma solo se vengono utilizzati in modo etico, trasparente e inclusivo. Grazie all'accumulo di una quantità enorme di dati clinici, è possibile addestrare algoritmi per diagnosticare malattie, identificare pattern di salute e suggerire trattamenti personalizzati. Tuttavia, è fondamentale che i dati siano utilizzati per il bene comune anziché per scopi commerciali o esclusivi.
Il fondatore ha ricordato cos’è successo durante la pandemia di COVID19, quando negli ospedali servivano le componenti dei ventilatori e i dispositivi di protezione individuale per gli operatori sanitari: è stata sufficiente una call su Linkedin e Facebook per arrivare a realizzare 1 milione di prodotti stampati in 3D dopo soli 80 giorni.
La Hippo AI Foundation si impegna a promuovere l'open source nella comunità medica. Questo significa che i loro algoritmi sono condivisi liberamente e apertamente, permettendo a medici e ricercatori di accedere, migliorare e adattare i modelli in base alle proprie esigenze. Ciò favorisce la collaborazione, l'innovazione e l'accessibilità delle tecnologie nel settore medico.
De Witte sottolinea anche l'importanza dell'inclusione nella sanità digitale: molti strumenti e tecnologie sono progettati senza tener conto delle esigenze dei gruppi svantaggiati o delle popolazioni marginalizzate. L'obiettivo è garantire che l'AI in medicina sia sviluppata in modo tale da soddisfare le necessità di tutti i pazienti, indipendentemente dal loro background socio-economico o geografico.
In un mondo sempre più connesso e digitalizzato, la sfida dell'inclusione nella sanità digitale è fondamentale per garantire che nessuno venga lasciato indietro nella rivoluzione medica guidata dai dati e dall'intelligenza artificiale: “L’open source è una delle chiavi per costruire una società più equa: dobbiamo solo cambiare il nostro mindset. Ed è - conclude - quello che proviamo a fare con la nostra fondazione”.
Fonte: Wired Health. Leggi qui l’articolo originale.